L’indennità di accompagnamento è negata agli invalidi malati terminali
05/09/2022
L'indennità di accompagnamento è negata quando si è certi della rapida sopravveninenza del decesso dell'invalido. In questo caso la continua assistenza non consente il compimento degli atti del vivere quotidiano ma è finalizzata a fronteggiare una emergenza terapeutica.
Questo mancato riconoscimento dell'indennità di accompagnamento ai malati terminali prossimi alla dipartita è stato stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 29449/2020, poiché in questo caso la continua assistenza risulti finalizzata non già a consentire il compimento degli atti quotidiani del vivere (tra i quali l'alimentazione, la pulizia personale, la vestizione) sibbene a fronteggiare una emergenza terapeutica.
Di contro, In presenza, dunque, di gravi patologie, ove non sia prevedibile il quando dell'esito infausto della malattia, l'indennità di accompagnamento è dovuta esclusivamente in presenza del presupposto della necessità di un aiuto permanente.
Corte di Cassazione, sentenza n. 29449/2020.
Questo mancato riconoscimento dell'indennità di accompagnamento ai malati terminali prossimi alla dipartita è stato stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 29449/2020, poiché in questo caso la continua assistenza risulti finalizzata non già a consentire il compimento degli atti quotidiani del vivere (tra i quali l'alimentazione, la pulizia personale, la vestizione) sibbene a fronteggiare una emergenza terapeutica.
Di contro, In presenza, dunque, di gravi patologie, ove non sia prevedibile il quando dell'esito infausto della malattia, l'indennità di accompagnamento è dovuta esclusivamente in presenza del presupposto della necessità di un aiuto permanente.
Corte di Cassazione, sentenza n. 29449/2020.